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   L’uso di modelli e paradigmi è estremamente utile quando si cerca di approfondire materie complesse come l’arte di suonare la batteria. E’ come fossero mappe che semplificano la realtà e ci permettono di capirla meglio e orientarci più efficacemente in territori vasti e a volte disorientanti.

   Abbiamo già tutti una buona familiarità con la loro praticità: modelli come ‘interiore ed esteriore’ o ‘breve, medio e lungo termine’ sono usati regolarmente in molti aspetti della vita e del suonare. Ad esempio, se abbiamo un buon insegnante, ci avrà probabilmente mostrato come suddividere il nostro piano di studio in blocchi dedicati ad obiettivi a breve, medio e lungo termine, in modo da ottimizzarne la resa.
   Oppure, se incontriamo un ostacolo nel suonare, possiamo identificare e distinguere le difficoltà interne da quelle esterne ed essere così più efficaci nell’affrontarle.

   Un modello meno famoso ma assolutamente incredibile è quello Fisico, Logico, Emozionale e Spirituale. Funziona meravigliosamente in in ogni campo, è elegante e semplice da capire ed applicare, e ha il potenziale di trasformare il modo in cui suoniamo.

   Andiamo dritti al sodo:

  • La Parte Fisica: semplicemente la parte fisica risiede nella tecnica. Siccome la batteria è uno strumento così fisico, questa parte viene facilmente scambiata per l’unico elemento in gioco.

   Abbiamo la tendenza a valutare il nostro livello, e la bravura dei batteristi che sentiamo, in base alla quantità di tecnica. Che invece, come stiamo per vedere, è solo un quarto dell’equazione. Certamente abbiamo bisogno di tecnica, ma senza orecchio, idee, stile, feeling e creatività, suoneremmo come delle macchine.

   La parte fisica, comunque, è molto importante. E va tenuta costantemente in forma. E’ la parte corporea: se siamo degli atleti al top possiamo anche vincere le Olimpiadi, ma se non continuiamo ad allenarci poco tempo dopo finiremo ultimi. Dobbiamo quindi tenere questa parte sempre ben funzionante, facendo mantenimento e studiando regolarmente.

  • La Parte Logica: questa parte determina il nostro concetto musicale e il nostro stile. E’ qui che si trova gran parte della nostra personalità, ed è qui che combiniamo le idee tra loro e prendiamo decisioni riguardo al nostro approccio alla musica.

   Ad esempio: pensiamo che ‘less is more’ o che ‘more is more’? Siamo specializzati in un solo genere musicale o preferiamo essere batteristi a 360 gradi? Come ci relazioniamo al suonare una canzone? Che piatti, tamburi, pelli e accordatura usiamo? Tutto questo è governato dal nostro senso estetico musicale.

   La parte logica e concettuale è il posto dove diamo una forma alle nostre idee. La parte fisica è ciò che ci consente poi di esprimerle accuratamente.

  • La Parte Emozionale: questa parte non ha bisogno di presentazioni. Si tratta dell’emozione contenuta in quello che suoniamo. E’ il nostro feeling. Personalmente la considero la parte più importante.

   La musica è comunicazione, e il livello di comunicazione più profondo è quello emozionale, per la semplice ragione che siamo creature emozionali. Non andiamo a vedere concerti, spendendo un sacco di soldi e guidando per 3 ore, solo per vedere quanto sono bravi i musicisti sul palco. Ci andiamo perché sappiamo che proveremo delle forti emozioni, e questo ci motiva tantissimo.

   Come batteristi, più emozioni proviamo quando ci esibiamo, più questa parte è sviluppata, e più l’ascoltatore sarà ipnotizzato da quello che suoniamo. Non importa quanto banale (mancanza di parte logica) o imperfetto (mancanza di parte fisica).

  • La Parte Spirituale: è la parte creativa. La parola spirituale è ancora controversa per molti, ma non è necessario che sia così. Per me, spirituale semplicemente significa che trascende e va oltre ciò che è razionale, spiegabile logicamente, e tangibile.

   Nella nostra cultura sta diventando sempre più accettato e popolare che c’è una parte di noi al di là della mente, e che è lì che si trovano alcune delle cose migliori: creatività, gioia, autenticità, amore, espressività.

   Spirituale semplicemente significa e si riferisce a tutto ciò che è libero dalla mente, ed esce spontaneamente in ogni momento presente. La creatività proviene da qualcosa che non possiamo identificare, e non è un prodotto della mente. Chiunque suona uno strumento o fa arte, è spirituale. Che lo sappia o meno.

   E’ una distinzione fondamentale da fare, perché c’è molta confusione al riguardo. Tendiamo a credere erroneamente che è la mente a renderci creativi, quando siamo ‘ispirati’. Semplicemente nota, la prossima volta che sei ispirato, che non sei tu a fare niente: succede tutto in automatico, lo vedi semplicemente srotolarsi davanti ai tuoi occhi e non hai modo di controllarlo. E’ quello che si dice essere nel flusso. Puoi aprirti e lasciarlo succedere, ma non puoi farlo succedere.

   Questo spiega perché gli autori e scrittori dicono spesso che le parole o le canzoni non vengono da loro, ma appaiono, vengono fuori spontaneamente e senza sforzo. E spiega anche perché sono in grado di scrivere una canzone stupenda in 10 minuti, ma quando si sforzano di farlo (ossia cercano di creare con la mente) non ci riescono mai e sperimentano il famigerato blocco dell’artista.

   Tutti i grandi batteristi, quando suonano al top, lo fanno da una condizione di assenza di mente e pensieri. Non è necessario essere ‘spirituali’ per farlo, è sufficiente lasciare la mente da parte e semplicemente ‘essere’. Come ha detto Vinnie Colaiuta ‘Pensare è il nemico dell’essere nel flusso’: è esattamente così che funziona, ed è molto importante, perché se siamo immersi nei pensieri non possiamo suonare bene, o creare arte. Non esiste capolavoro che sia il prodotto della mente. L’arte scadente invece, così come la brutta musica, lo sono.

   Ovviamente la parola spirituale è solo un’etichetta (che, aperta parentesi, non ha niente a che vedere con la religione), quindi usa il termine che preferisci. Semplicemente, riconosci che questa parte c’è.

 

   Quindi, come possiamo utilizzare questo modello e trarne beneficio? Innanzitutto, ti invito a riflettere su quello che hai appena imparato e a notare quanto è incredibilmente preciso. Il motivo risiede nella struttura stessa del nostro cervello, nel come si è evoluto, come è stratificato, e negli aspetti fondamentali che fanno parte di ogni essere umano.

   Inoltre, ogni volta che hai una difficoltà, ora puoi dividerla in queste 4 parti e quindi isolare il problema con grande lucidità. Qualcosa non funziona perchè c’è un limite tecnico, concettuale, emozionale o creativo?

   Successivamente, puoi divertirti con questi due esercizi:

1- Analizza te stesso: dove ti trovi in ciascuna di queste parti? E usa quello che scopri per lavorare sulle parti che hai sviluppato di meno.

2- Analizza i grandi batteristi e nota cosa combinano. Inoltre, che combinazione delle quattro parti ha il tuo batterista preferito? E questo come si relaziona alla tua personale combinazione?

 

   Se hai voglia di andare in profondità e scoprire di più su questo argomento, e su altre decine di idee potenzianti, ti suggerisco di dare un’occhiata ad Actualized Drummer. Si tratta di 600 pagine piene di attualissimi principi di livello avanzato, strategie ed esercizi ideati per aiutarti a raggiungere il tuo potenziale e crescere come persona e come musicista:

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