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   Come probabilmente hai notato, i dischi sono più o meno morti. Certamente c’è ancora qualcuno vecchia scuola che è innamorato di quel modo di produrre e ascoltare musica (le 8-10 canzoni in un album di 45-60 minuti) ma se hai vent’anni o anche trenta è probabile che tu non possieda neanche un disco.

   I modi in cui ascoltiamo musica sono cambiati radicalmente nell’ultimo decennio. La ragione principale risiede nel fatto che la tecnologia attraverso la quale la consumiamo è evoluta.

   I dischi sono stati per quasi un secolo un sistema ottimale per impacchettare canzoni, sulla base della tecnologia disponibile al momento. Non aveva senso stampare, confezionare, distribuire e vendere due pezzi, perché il vinile/cassetta disponeva di circa 60 minuti di spazio (successivamente 80 minuti con i CD) abbastanza per circa 10 canzoni. Questa diventò quindi la norma.

   A dimostrazione che la tecnologia era il principale motore della popolarità di tale formato c’è il fatto che molti dischi avevano 3 o 4 pezzi di qualità e 6 o 7 brani ‘riempitivi’.

   A causa del modo in cui internet e le piattaforme mediatiche hanno trasformato la società, oggi la norma è ascoltare una sola canzone, guardarne il video (che di frequente è una specie di corto), e vedere diverse forme d’arte combinate tra loro. E’ diventata un’esperienza dalle molte facce e tutto questo è molto interessante e positivo.

   Tuttavia è importante, soprattutto per un musicista, andare un po’ più in profondità di così, allo scopo di interiorizzare le essenziali componenti subliminali che fanno parte dello scrivere canzoni e del fare musica, perché tutte queste cose verranno poi fuori quando suoniamo, senza che ce ne rendiamo conto. E non c’è altro modo di impararle che ascoltare grande musica senza sosta, fino a che la conosciamo alla perfezione.

   In un disco di qualità troviamo una fotografia, una raccolta di canzoni che costituiscono un’opera d’arte e rappresentano la visione dell’artista in quel momento, con una specifica band, suono e produzione.

   Questo significa che imparare da un disco è come leggere un libro, andare in profondità in un nuovo mondo e tornare indietro trasformati.

   Se c’è una cosa che abbiamo completamente perso in questa cultura dell’accesso perenne e gratuito a qualsiasi cosa, è la capacità di scegliere una cosa sola e starci sopra per un certo periodo di tempo (anche detto soglia di attenzione…), che è la modalità da cui traiamo il maggior piacere e anche i più grandi benefici.

   E’ per questo che penso sia ancora fondamentale dare un’occhiata a interi album e provare cosa vuol dire spingersi nel loro mondo per un’ora, senza interruzioni.

   Qui vorrei condividere con te dieci capolavori che influenzeranno profondamente il tuo stile e ti riempiranno di ispirazione.

   Ho cercato di evitare i grandi classici (tipo l’album solistico di Vinnie, Masterplan di Weckl, Aja degli Steely Dan etc.) in quanto volevo proporti una lista di album alternativi, principalmente degli anni ’90 e 2000, che probabilmente non conosci e che possono accrescere la tua musicalità semplicemente ascoltandoli:

– Randy Waldman – Unreel – Batterista: Vinnie Colaiuta — Traccia Top: My Favorite Things

– Michel Camilo – Batterista: Dave Weckl — Traccia Top: Suite Sandrine

– Chick Corea – The Leprechaun – Batterista: Steve Gadd — Traccia Top: Nite Sprite

– The Blues Brothers – Best Of – Batterista: Steve Jordan — Traccia Top: “B” Movie Box Car Blues

– Steve Lukather – Candyman – Batterista: Simon Phillips — Traccia Top: Party in Simon’s Pants

– Joshua Redman – Elastic – Batterista: Brian Blade — Traccia Top: Jazz Crimes

– Incognito – Positivity – Batterista: Richard Bailey — Traccia Top: Thinking About Tomorrow

– Hiromi – Beyond Standard – Batterista: Martin Valihora — Traccia Top: Softly As In A Morning Sunrise

– Gerald Clayton – Two Shade – Batterista: Justin Brown — Traccia Top: Boogablues

– Dave Matthews Band – Live at Red Rocks – Batterista: Carter Beauford — Traccia Top: Seek Up

   Prova a fare questo esperimento: ritagliati un’ora e ascolta tutto dall’inizio alla fine, niente multitasking e niente distrazioni. Poi nota come ti senti alla fine del disco. Quando è stata l’ultima volta che lo hai fatto? O meglio, hai mai provato questa esperienza? Hai la messa a fuoco necessaria?

   Ti assicuro che se ascolti questi album a rotazione il tuo drumming ne uscirà stravolto.

   Per ottenere il massimo da questi ascolti, e apprezzarne ogni sfaccettatura, qui trovi un articolo nel quale parlo di come imparare ad ascoltare, che puoi leggere e applicare a questi dischi:

Come Ascoltare la Musica – Active Listening per Batteristi

   Siccome ci vogliono ben più di 10 album per coprire anche solo una minima parte della grande musica prodotta fino ad oggi, questo sarà un articolo ‘multi serie’, con post futuri dedicati a specifiche ere, stili, batteristi, band e così via.

   Risorse correlate:
‘Theory & Concepts’ – Altitude Drumming – Volume 1
‘Art & Musicianship’ – Altitude Drumming – Volume 10


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