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   Come sappiamo una delle abilità essenziali che ogni batterista deve avere è un ottimo senso del tempo. C’è però una distinzione tra l’avere un buon timing e l’essere in grado di suonare bene assieme al metronomo.

   Difatti, andare bene a tempo non significa automaticamente essere a proprio agio con l’utilizzo del click: si tratta di un dispositivo esterno, che ha un timing perfetto, mentre noi non lo abbiamo, non importa quanto siamo esperti.

   E’ importante capire questo, perché siccome oggi la maggior parte della musica viene eseguita avvalendosi di qualche tipo di fonte esterna del beat, dobbiamo essere in grado di suonare bene all’interno dei confini imposti da una pulsazione metronomica.

   C’è una semplice regola per consolidare questa capacità: anche se sappiamo di essere imperfetti, dobbiamo assumerci la responsabilità del timing e suonare come se fosse il metronomo ad ascoltare noi e non il contrario.

   L’obiettivo è sviluppare un precisissimo meccanismo interiore di feedback che ci consenta di fare delle micro correzioni ogni volta che sentiamo di deviare leggermente dal click. Correzioni che non sono udibili dall’ascoltatore, e sono così infinitesimali che non compromettono il feeling. Facendo così, tutto suona perfetto, anche se non lo è.

   Ci sono innumerevoli esercizi che possono aiutarci ad arrivare a questo punto. Qui vorrei mostrarti un approccio inusuale che ho visto funzionare meravigliosamente con molti studenti.

   C’è una strategia che dà grandi risultati quando si cerca di migliorare qualsiasi abilità. Ed è quella di allenarsi studiando i casi limite.
   Quando fai qualcosa nelle sue versioni più difficili, allora quelle normali diventano naturalmente più accessibili.

   Per questo motivo oggi vediamo un paio di esercizi potenzianti che ti permetteranno di suonare col metronomo senza fare la minima fatica. Sono cose che probabilmente non hai mai fatto e che non sono solo molto efficaci ma anche incredibilmente divertenti.

   Qui trovi il Video Demo su YouTube, estratto da una mia clinic durante la quale li ho suonati dal vivo:

– 1 – Nel primo ci concentreremo su bpm estremi. Studieremo col metronomo a 30 bpm e poi a 300 bpm.

   E’ interessante come possiamo decidere di assegnare diversi valori e durate ai click che sentiamo. Possiamo infatti percepire i 30 beat al minuto come:

– Note di 2/4 di valore. In questo caso staremo suonando a 60 bpm.
– Note di 4/4 di valore. In questo secondo caso staremo suonando a 120 bpm, col metronomo solo sul primo quarto di ogni misura, cosa piuttosto impegnativa da gestire.

   Suonare a bpm molto elevati è una sfida completamente diversa, ma possiamo utilizzare lo stesso approccio. Solo che in questo caso è utile pensare al suono del click come a diverse suddivisioni, così che possiamo relazionarci a tempi velocissimi come se fossero molto più lenti. A 300 bpm possiamo percepire ogni click che sentiamo come se fosse:

– Un ottavo. Qui le nostre idee e frasi saranno suonate come se il tempo fosse 150 bpm (300 : 2).
– Un sedicesimo. In questo caso il tempo che sentiamo è 75 bpm (300 : 4).

– 2 – Nel secondo esercizio lavoriamo su diversi approcci applicati a uno stesso bpm. Mettiamo il metronomo a 90 bpm e ci concentriamo sul sentirlo in modi diversi:

– Come note di un ottavo. In questo caso staremo suonando a 45 bpm.
– Come note del valore di un quarto.
– Come note del valore di due quarti. In questo caso staremo suonando a 180 bpm.

   La sfida qui è di stabilire una struttura musicale, ed eseguirla suonando tutte le varianti senza interruzioni.
Ad esempio nel video dimostrativo suono 4 misure per ogni valore percepito.

   Per trarre il massimo beneficio è bene improvvisare e sperimentare suonando sia groove che fills finché non ci sentiamo completamente a nostro agio. Dedica 10 minuti al giorno a ogni studio, senza cercare di essere perfetto. Rilassati, divertiti e stai concentrato sul groove e sul feeling.

   Questi esempi sono anche un ottimo modo di imparare a rinforzare la nostra pulsazione interna senza fare così tanto affidamento su una fonte del beat esterna.

   Avere un gran timing non significa essere perfetti, significa soprattutto essere sicuri riguardo dove si trova la pulsazione. E se il tempo che generi è convinto, e non ti perdi nel cercare di sembrare perfetto, ti starai anche automaticamente concentrando sulla musica.

   Per concludere, dopo che hai lavorato bene su questi esempi, non dimenticare: stai concentrato molto più sul feeling del pezzo che sul timing, e il tuo timing sarà ottimo.

   Per ulteriori esercizi e concetti di questo tipo puoi dare un’occhiata a questi:

‘Click & Timing’ – Altitude Drumming – Volume 6
‘In Session – How To Sound Great On Records’


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