Dopo aver scoperto la teoria che sta alla base del suonare avanti o indietro rispetto al beat nella PARTE 1 di questa serie, e dopo aver studiato gli esercizi della PARTE 2 per sviluppare questa abilità, in questa ultima sezione andiamo ad ascoltare i dischi che fanno uso di questo approccio al timing.
Il panorama musicale contemporaneo offre innumerevoli esempi di brani, band e batteristi che suonano approfittando della possibilità di posizionarsi in un modo specifico sul beat per ottenere un effetto desiderato, un certo tiro, un certo feeling, una certa sensazione.
Per questo motivo, e anche perché come sempre la nostra priorità è l’ampliamento delle possibilità espressive che ciò che studiamo ci permette di raggiungere, ho pensato di includere una serie di casi per mostrare in modo pratico gli effetti di questo tipo di tecniche.
Affronteremo qualche esempio per ogni situazione possibile, e sarà molto stimolante ed educativo andare ad ascoltare i brani menzionati, così da allenare l’orecchio a riconoscere tali sfumature e le sensazioni annesse.
Vedremo esempi di canzoni in cui i batteristi sono:
- Esattamente sul beat.
- Avanti.
- Indietro.
- Avanti o indietro con solo una parte.
L’invito è quello di provare poi a cercare ulteriori esempi nelle proprie playlist e tra i propri musicisti preferiti.
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BATTERISTA ESATTAMENTE SUL BEAT:
– 50 Ways To Leave Your Lover (Paul Simon) – Steve Gadd
Steve Gadd è l’esempio perfetto di batterista che suona esattamente sul beat, sempre al centro, sempre impeccabile, sempre fonte sicura di una perfetta e solida pulsazione.
Non a caso è stato spesso coinvolto in band con un approccio al timing esattamente sul beat, come ad esempio gli Steely Dan.
– Colibrì (Incognito) – Gavin Harrison
Qui abbiamo un magnifico esempio di approccio al timing esattamente sul click ma non per questo privo di feeling o di intensità. Gavin Harrison è un batterista incredibile che in ogni suo lavoro e collaborazione mostra una grande regolarità nell’approccio alla pulsazione, sempre al centro, indipendentemente dal genere musicale, dallo stile, o dal bpm del pezzo suonato.
– Disappearing One (Chris Cornell) – Josh Freese
Un altro grande batterista che suona sempre esattamente sul beat. Possiamo sentirlo in questo disco di Chris Cornell, o nei dischi con gli A Perfect Circle.
Come Gavin, anche lui è una garanzia di tempo impeccabile, fluido e adagiato precisamente sul beat, cosa che fa funzionare la musica egregiamente.
– Kind Of Blue (Miles Davis) – Jimmy Cobb
Cambiando genere musicale, vediamo qui un esempio di approccio al Jazz molto equilibrato, con Jimmy Cobb che fornisce una solida pulsazione stando al centro del beat, senza la classica propulsione in avanti, tipica di come il piatto Ride viene di solito suonato in questo genere musicale.
BATTERISTA AVANTI RISPETTO AL BEAT:
– So Lonely (The Police) – Stewart Copeland
Stewart Copeland è l’esempio perfetto con cui ascoltare su grandi dischi l’effetto energizzante e la tensione generati dal suonare leggermente avanti.
Ad esempio, nei ritornelli di So Lonely e in particolare nell’ultimo, sentiamo la batteria spingere, mentre gli altri strumenti rimangono dove sono. Ciò crea tonnellate di energia e contribuisce grandemente all’effetto propulsivo ed elettrizzante di gran parte della discografia dei Police.
– Please Forgive Me (David Gray) – Craig McClune
In questo stupendo brano di David Gray, abbiamo una splendida dimostrazione di come posizionarsi in un certo modo rispetto al beat possa condizionare enormemente il senso del brano.
Qui Craig McClune contribuisce a sottolineare l’intensità e la drammaticità del testo stando sempre sull’orlo della pulsazione, ma senza mai scappare via. L’effetto è dirompente.
– Eight Easy Steps (Alanis Morissette) – Kenny Aronoff
Anche qui possiamo ascoltare come una ritmica frenetica e che spinge in avanti dia un notevole contributo alla sensazione comunicata dal brano. Probabilmente non è un caso che la batteria si posizioni più di fronte al beat soprattutto nelle strofe, dove sia l’arrangiamento che il testo sono particolarmente aggressivi.
– Spain (Chick Corea) – Airto Moreira
In questo capolavoro di Chick Corea la batteria è sempre lì che morde, sempre che spinge e genera questa tensione energizzante, un tiro senza sosta, perfetto per contribuire all’atmosfera creata dalle melodie e dai paesaggi sonori composti da Chick.
BATTERISTA INDIETRO RISPETTO AL BEAT:
– Back In Black (AC/DC) – Phil Rudd
Ti sei mai chiesto perché sia così difficile suonare i pezzi degli AC/DC? Ecco il motivo: Phil Rudd ha una percezione del beat sempre molto rilassata, sempre piuttosto indietro, ma non così indietro da far diminuire il tiro.
Questo conferisce un peso enorme alle cose concettualmente semplicissime che suona, e gli AC/DC, che giocano molto su questo approccio, sono una band che deve tanto a questo batterista.
Basti dire che le volte in cui non c’era lui dietro i tamburi, sentivamo una band completamente diversa. Facciamo l’esercizio di ascoltare solo la batteria e notiamo in questa canzone i rullanti che sembrano non arrivare mai… ma poi arrivano, e sono nel posto perfetto per creare il tiro di questo brano.
– When The Levee Breaks (Led Zeppelin) – John Bonham
A parte la solita, stupenda, Kashmir, qui abbiamo un altro esempio di come Bonham con la sua unicità contribuisca a determinare il feeling del pezzo, dandogli solennità, peso e importanza stando appena dietro la pulsazione.
– Fell On Black Days (Soundgarden) – Matt Cameron
Esempio da manuale di come dare peso e tiro incredibili a una canzone, stando perennemente indietro, sull’orlo del beat. In tutto Superunknown dei Soundgarden Matt Cameron mostra una grande comprensione e padronanza di questo concetto, e la musica ne beneficia enormemente.
– Labour Of Love (Incognito) – Richard Bailey
Ecco un esempio di come applicare l’approccio di stare indietro sul beat per conferire una sensazione di grande relax e appoggio alla musica che stiamo suonando.
E’ tutto molto arioso, con grande spazio tra ogni nota di batteria, e il feeling è incredibile.
– Woman In Chains (Tears For Fears) – Phil Collins
In questo drammatico e stupendo pezzo dei Tears For Fears abbiamo un altro esempio di come la batteria suonata indietro, in situazioni di grande intensità musicale e di grande pathos, sia fondamentale per dare respiro ed enfatizzare le emozioni create dal resto della band.
Phil Collins ci regala una memorabile performance, in particolare da metà del brano in avanti.
– Angel (Massive Attack) – Andy Gangadeen/Programmata
Anche qui il posizionamento indietro sul beat viene usato per aggiungere tensione, per amplificare il peso e l’importanza di ogni nota, con un groove profondo creato ritardando tutto di qualche millesimo di secondo.
Come già detto si tratta di una tecnica adottata da molti produttori, e che viene impiegata nella programmazione di parti di batteria semplicemente spostando tutta la parte indietro rispetto al beat di pochi millesimi di secondo.
Il bello in questi casi è che si può sperimentare con lo spostamento giocando con la quantità desiderata fino a quando l’orecchio è soddisfatto del risultato.
Se importiamo il file audio di questa song in una DAW come Pro Tools, e lo allineiamo alla griglia del bpm preciso del pezzo, che è di 107.34 bpm, possiamo verificare che nelle strofe il backbeat del Cross Stick è esattamente sul beat, mentre nel ritornello il Rullante è stato arretrato di 5 millesimi di secondo.
Non è un caso che questa canzone sia un esempio di quantità perfetta di batteria behind the beat.
– Pick Up The Pieces (Burning For Buddy version) – Steve Ferrone
Qui possiamo ascoltare l’effetto di dilatazione del groove dato dal suonare tutto leggermente appoggiato rispetto al beat. In questa performance in presa diretta in studio, di cui esiste un video su YouTube, Steve Ferrone è bravissimo a dosare lo stare indietro, usandone una dose minima che tiene tutto insieme creando una sensazione di rilassatezza e di tiro pazzesco allo stesso tempo, e facendo desiderare ogni singola nota all’ascoltatore.
BATTERISTA AVANTI O INDIETRO CON SOLO UNA PARTE:
RULLANTE AVANTI:
– That’s Right (George Benson) – Michael Bland
In questa canzone troviamo un approccio al groove estremamente personale, in cui sentiamo il Rullante avanti in maniera evidente rispetto al resto della batteria e della band.
In teoria potrebbe sembrare una ricetta rischiosa, e invece la costanza e sicurezza con cui Michael Bland mantiene questa direzione garantiscono un tiro unico e generano una dirompente tensione che fa muovere, è grintosa, e non dà mai fastidio.
CHARLESTON AVANTI:
– Fast As You (Dwight Yoakam) – Jeff Donovan
In questo brano possiamo ascoltare un raro esempio di Charleston suonato avanti, mentre Cassa e Rullante sono sul beat. L’effetto frizzante sul tiro, l’energia e la propulsione data da questa soluzione sono incredibili.
RIDE AVANTI:
– E.S.P. (Miles Davis) – Tony Williams
Soluzione tipica del Jazz, il piatto Ride, che è il suono principale della batteria in questo genere, viene spesso pensato leggermente davanti al beat, di solito assieme al basso (come avviene infatti in questo caso).
Tony Williams, tra le altre cose, è stato un grande maestro di questa tecnica propulsiva ed energizzante dello spingere il timing col piatto.
RULLANTE INDIETRO:
– Pamela/Till The End (Toto) – Jeff Porcaro
– Belief (John Mayer) – Steve Jordan
– Rock With You (Michael Jackson) – John JR Robinson
– Try (Pink) – Mark Schulman
Groove incredibile in ognuno di questi pezzi, e cosa hanno in comune? I batteristi suonano tenendo tutto sul beat ma posizionando il Rullante un attimo in ritardo.
E’ un caso che questi nomi sono esattamente gli stessi che associamo a un grande groove e che hanno suonano su centinaia di dischi?
Teniamolo presente, perché questa sarà la formula principale da assimilare se vogliamo dare più groove alle nostre ritmiche!
CASSA AVANTI E RULLANTE INDIETRO:
– Take Me To The River (Talking Heads) – Chris Frantz
Qui abbiamo un caso molto interessante. Si tratta di un evidente esperimento di Brian Eno, coproduttore del disco, che ha voluto portare agli estremi l’idea di ritardare il Rullante enfatizzando al massimo l’effetto grazie a un contemporaneo anticipo della Cassa.
Il tiro c’è, ma la tensione è tanta e a tratti sembra stare tutto insieme per miracolo ;)… da ascoltare!
Questo esempio ci mostra quanto sia importante dosare in piccole quantità queste soluzioni, e quanto siano potenti nell’alterare il significato di quello che stiamo suonando.
E’ tutto. Spero con questa serie in 3 parti di aver contribuito a fare chiarezza su questo complesso aspetto del suonare al batteria. Torna pure a queste pagine tutte le volte che è necessario. Potresti presto accorgerti che stai facendo uso di questi concetti per aggiungere spessore alla tua musica e al tuo modo di suonare.
Risorse correlate:
PARTE 1 – Teoria
PARTE 2 – Esercizi
‘Groove Mastery & Formulas’ – Altitude Drumming – Volume 8
‘Click & Timing’ – Altitude Drumming – Volume 6
‘Theory & Concepts’ – Altitude Drumming – Volume 1
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